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Libertà o potere?

Amare la libertà significa amare gli altri; amare il potere significa amare se stessi. – William Hazlitt

Noi del Movimento del Software Libero sosteniamo la libertà per gli utenti del software. Siamo giunti a questo punto di vista osservando quali libertà siano necessarie per vivere bene e permettere che programmi utili alimentino una comunità basata su buona volontà, cooperazione e collaborazione. I nostri criteri per il software libero specificano le libertà di cui hanno bisogno coloro che utilizzano il programma in modo da poter cooperare all'interno di una comunità.

Noi sosteniamo la libertà sia dei programmatori che degli altri utenti. Siamo per la maggior parte programmatori e vogliamo libertà sia per noi che per voi. Ognuno di noi utilizza del software scritto da altri e vogliamo essere liberi anche quando usiamo quel software, non solo quando usiamo il nostro codice. Sosteniamo la libertà per tutti gli utenti, a prescindere dal fatto che programmino spesso, occasionalmente o niente affatto.

Tuttavia, una cosiddetta libertà che non sosteniamo è la “libertà di scegliere qualsiasi licenza si voglia per il software che si scrive”. Noi respingiamo questa libertà perché in realtà è una forma di potere, non una libertà.

Questa distinzione, spesso trascurata, è cruciale. La libertà consiste nell'essere in grado di prendere decisioni che influiscono principalmente su se stessi. Il potere consiste nel poter prendere decisioni che influiscono più sugli altri che su se stessi. Se confondiamo il potere con la libertà falliremo nel difendere la vera libertà.

Il software proprietario è un esercizio di potere. Le odierne leggi sul copyright conferiscono agli sviluppatori di software un potere tale per cui loro e solo loro possono scegliere le regole da imporre a tutti gli altri – un numero relativamente limitato di persone prende per tutti le decisioni fondamentali relative al software, e tipicamente lo fa negando la libertà degli altri.Quando gli utenti non hanno le libertà che definiscono il Software Libero non possono capire cosa stia facendo un programma, non possono controllare se ci siano back door, non possono controllare la presenza di eventuali virus o worm, non possono scoprire quali informazioni personali il software stia trasmettendo (e non possono fermare queste trasmissioni anche se lo scoprono). Se il software si rompe, non possono aggiustarlo; devono aspettare che lo sviluppatore eserciti il proprio potere di farlo. Se molto semplicemente quel software non è esattamente ciò di cui hanno bisogno, non hanno scelta. Non possono aiutarsi l'un l'altro per migliorarlo.

Gli sviluppatori di software proprietario sono spesso delle imprese. Noi del Movimento del Software Libero non ci opponiamo alle imprese, ma abbiamo visto cosa succede quando un'impresa di software ha la “libertà” di imporre delle regole arbitrarie agli utenti di un software. Microsoft è un ottimo esempio di come negare le libertà degli utenti possa portare ad un danno diretto, ma non è l'unico esempio. Anche quando non c'è un monopolio il software proprietario danneggia la società: poter scegliere il proprio padrone non è libertà.

Le discussioni sui diritti e sulle regole relative al software si sono spesso concentrate sugli interessi dei soli programmatori. Poche persone in tutto il mondo programmano con regolarità e ancor meno posseggono un'azienda di software proprietario. Ma oggi la maggior parte dell'umanità utilizza computer (nello specifico gli smartphone), e quindi software, cosicché oggi gli sviluppatori controllano il modo in cui nel mondo si vive, si fanno affari, si comunica e ci si diverte. I problemi etici e politici non vengono affrontati dallo slogan “libertà di scelta (solo per gli sviluppatori)”.

Se il codice è una forma di legge (1), allora la vera domanda a cui dobbiamo rispondere è: chi dovrebbe controllare il codice che utilizzate – voi, o una piccola élite? Noi crediamo che voi abbiate diritto a controllare il software che usate ed il fine del software libero è darvi questo controllo.

Noi crediamo che dovreste essere voi a decidere cosa fare con il software che usate; tuttavia ciò non è quello che le leggi odierne dicono. L'attuale legge sul copyright ci mette in una posizione di potere su chi utilizza il nostro codice, che lo vogliamo o meno. La risposta etica a questa situazione è di proclamare la libertà per ogni utente, così come il Bill of Rights doveva permettere l'esercizio del potere governativo garantendo le libertà di ogni cittadino. Questo è il fine della GNU GPL: vi dà il controllo sul vostro utilizzo del software e vi protegge da coloro che vorrebbero controllare le vostre decisioni.

Man mano che gli utenti si renderanno conto che il codice è legge e che anche loro meritano la libertà, capiranno l'importanza delle libertà per cui ci battiamo così come sempre più utenti hanno incominciato ad apprezzare il valore pratico del Software Libero che abbiamo sviluppato.

Nota

  1. William J. Mitchell, City of Bits: Space, Place, and the Infobahn (Cambridge, Mass.: MIT Press, 1995), p. 111, citato da Lawrence Lessig in Code and Other Laws of Cyberspace, Versione 2.0 (New York, NY: Basic Books, 2006), p. 5.