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Contro i brevetti sul software - Individualmente ed insieme

Per un progetto software, i brevetti sul software sono l'equivalente delle mine antiuomo: ogni decisione di progettazione porta con sé il rischio di calpestare un brevetto che andrà a distruggere il vostro lavoro.

Lo sviluppo di un programma ampio e complesso comporta la combinazione di molte idee, spesso centinaia o migliaia. Nei paesi che ammettono i brevetti sul software, è altamente probabile che molte delle vostre idee siano già state brevettate da qualche azienda. E' possibile che centinaia di brevetti coprano parti del vostro programma. Uno studio condotto nel 2004 ha concluso che in un solo programma importante si faceva uso di almeno 300 brevetti registrati negli Stati Uniti d'America. Fare uno studio del genere è un lavoro così gravoso che ne è stato fatto soltanto uno.

Dal punto di vista pratico, uno sviluppatore di software si troverà spesso ad essere colpito da un brevetto alla volta. In tal caso si potrebbe superare il problema senza subire danni riuscendo a trovare delle argomentazioni giuridiche per evitare il brevetto. Si può anche provare e, riuscendoci, si avrebbe una mina in meno nel nostro campo minato. Se questo brevetto è particolarmente minaccioso in generale, la Public Patent Foundation potrà occuparsi del caso: è il suo ruolo. Se venisse chiesta la collaborazione della comunità degli utenti informatici per cercare pubblicazioni precedenti della stessa idea, in modo da usarle per eliminare un brevetto, tutti dovremmo rispondere con ogni informazione utile che sia a nostra conoscenza.

Tuttavia, combattere i brevetti uno ad uno non eliminerà mai il pericolo dei brevetti sul software, sarebbe come cercar di sconfiggere la malaria schiacciando le zanzare. Non ci si può aspettare di abbattere ogni brevetto che si incontra, così come non si può sperare di uccidere tutti i mostri di un videogioco: prima o poi, uno di questi vi vincerà e danneggerà il vostro programma. L'ufficio americano competente rilascia circa 100.000 brevetti all'anno: nonostante i nostri sforzi, non possiamo immaginare di disinnescare queste mine con la stessa velocità con cui vengono piazzate.

Alcune di queste mine non sono neutralizzabili. Ciascun brevetto sul software è dannoso e limita ingiustamente il nostro modo di usare il calcolatore, ma non tutti sono legalmente nulli secondo i criteri del sistema di regolamentazione competente. Quelli che possiamo far annullare sono quelli nati da “errori”, nei quali non sono state correttamente applicate le regole del sistema dei brevetti. Non possiamo fare alcunché nei casi in cui l'unico errore di rilievo risulta essere la politica che permettere i brevetti sul software.

Per salvare il salvabile, non basta uccidere i mostri non appena ci si parano davanti: occorre eliminare il meccanismo che li produce. Far annullare uno ad uno i brevetti non renderà più sicuro il lavoro dei programmatori. Per fare ciò, occorre cambiare il sistema dei brevetti in modo che questi non possano più minacciare gli sviluppatori di software e gli utenti.

Non c'è alcun conflitto tra queste due campagne: si può contemporaneamente lavorare sull'obiettivo a breve termine e su quello a lungo termine. Se si fa attenzione, si può fare in modo che gli sforzi necessari a far invalidare ogni singolo brevetto sul software abbiano una doppia funzione, fornendo sostegno agli sforzi necessari per correggere l'intero sistema. Il punto cruciale è non mettere sullo stesso piano i brevetti “cattivi” e quelli sbagliati o non validi. Ogni volta che invalidiamo un brevetto, ogni volta che parliamo dei nostri piani per riuscirci, dovremmo dire senza mezzi termini: «Un brevetto in meno, una minaccia in meno per i programmatori; l'obiettivo è zero».

La battaglia sui brevetti software nell'Unione Europea sta raggiungendo una fase critica. Un anno fa il Parlamento Europeo votò definitivamente contro i brevetti. A maggio il Consiglio dei Ministri votò per cancellare gli emendamenti del Parlamento e rendere la direttiva ancora peggiore di quanto non lo fosse all'inizio. Ad ogni modo, almeno un paese tra quelli che sostenevano questa posizione ha già rovesciato il suo voto. Dobbiamo fare del nostro meglio per convincere un altro paese europeo a cambiare il proprio voto e convincere i nuovi membri del Parlamento Europeo a ritornare al voto iniziale. Visitate il sito ffii.org per avere maggiori informazioni su come aiutare e contattare altri attivisti.