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Videogiochi proprietari con DRM per GNU/Linux: un bene o un male?

Una società molto ben conosciuta, Valve, che distribuisce videogiochi proprietari con DRM (gestione digitale delle restrizioni), ha recentemente annunciato che distribuirà videogiochi di questo tipo per GNU/Linux. Quali effetti, positivi e negativi, possono venire da ciò?

Suppongo che la disponibilità di programmi proprietari popolari per il sistema GNU/Linux possa incrementare l'adozione del sistema operativo. Tuttavia, lo scopo di GNU trascende il “successo”; il suo scopo è quello di conferire libertà agli utenti. Perciò la questione di maggior importanza riguarda il modo in cui questo sviluppo incide sulle libertà degli utenti.

Il problema di questi videogiochi non risiede nel fatto che essi siano commerciali. (Noi non vediamo alcun problema in ciò.) Che i programmatori vendano copie non è un male. Il problema sta nel fatto che i videogiochi contengono software non libero.

I videogiochi proprietari (al pari di atri tipi di programmi proprietari) non sono etici poiché negano libertà agli utenti. Il contenuto artistico dei videogiochi è una diversa faccenda, dal momento che non si tratta di software. Se volete avere libertà, un requisito fondamentale è non avere e non eseguire programmi proprietari sul vostro computer. Questo è palese.

In ogni caso, se avete intenzione di usare questi videogiochi, tanto meglio se li usate su GNU/Linux piuttosto che su Microsoft Windows. Eviterete per lo meno il danno che Windows farebbe alla vostra libertà.

Pertanto, dal punto di vista pratico, questo tipo di sviluppo può portare sia del bene che del male. Potrebbe incoraggiare gli utenti ad installare questi videogiochi e potrebbe incoraggiare i videogiocatori a sostituire Windows con GNU/Linux. Immagino che l'immediato effetto positivo sarà maggiore rispetto al danno. Ma vi è anche implicato un effetto meno ovvio: che cosa insegna alla nostra comunità l'uso di questi videogiochi?

Qualunque distribuzione di GNU/Linux contenente software che renda disponibili questi videogiochi insegnerà agli utenti che l'elemento fondamentale non è la libertà. Il software proprietario nelle distribuzioni GNU/Linux va già di per sé contro l'obiettivo della libertà. L'aggiunta di questi giochi ad una distribuzione acuirebbe tale effetto.

Il software libero è una questione di libertà, non di prezzo. Un gioco libero non deve per forza essere gratis. Sviluppare commercialmente videogiochi liberi è attuabile, così come è fattibile nel contempo fare in modo che gli stessi rispettino la libertà di modificare tale software. Dal momento che il contenuto artistico di un gioco non è software, non c'è l'imperativo etico che tale contenuto sia libero, anche se certamente i contenuti artistici liberi sono apprezzabili. Vi è infatti software libero per videogiochi sviluppato da società, come pure vi sono giochi liberi sviluppati non commercialmente da volontari. Anche lo sviluppo tramite il crowdfunding diventerà via via sempre più facile in futuro.

Ma se ipotizziamo che nella situazione presente non sia fattibile sviluppare un certo tipo di videogioco libero – che cosa ne segue? Programmare un videogioco in qualità di software proprietario non apporterà alcun vantaggio. Avere libertà quando usate un computer esige il rifiuto del software non libero, chiaro e semplice. In qualità di amanti della libertà, voi non utilizzereste un gioco proprietario qualora questo fosse disponibile, per cui non ci perdereste niente se il gioco in questione non fosse disponibile.

Se desiderate promuovere il movimento per la libertà informatica, vi preghiamo, per sostenere la nostra causa, di non divulgare la notizia della disponibilità di questi videogiochi per GNU/Linux. Potete piuttosto dirigere l'attenzione della gente verso la wiki di libre games, sito che si sforza di catalogare videogiochi liberi, il Forum Free Game Dev, e la “free gaming night” del Collettivo LibrePlanet Gaming.

Nota

Attenzione ai “dati non liberi per giochi” contenenti software.